Alla ricerca del
mio futuro
L’esperienza di Serena, che ha partecipato al progetto di Servizio Civile Universale “Abilitando”, presso Casa dell’autismo, tra 2024 e 2025.
“Ciao a tutti, io mi chiamo Serena e ho intrapreso il percorso di Servizio Civile Universale a Casa per l’autismo.
Ho iniziato questo percorso con 23 anni, ma prima di parlarvi di ciò vorrei fare un passo indietro. Finiti i 5 anni di superiori, dopo essermi diplomata in amministrazione finanza e marketing ero sicura di una cosa sola, che quella non fosse la mia strada.
Mi trovai a dover scegliere se iniziare a lavorare o continuare gli studi, siccome non avevo nessuna intenzione di iniziare a lavorare in un ufficio o comunque iniziare un lavoro che non mi piacesse decisi di intraprendere un percorso universitario, dopo un anno di studio e qualche lavoretto part time passai il test di professioni sanitarie e iniziai la facoltà di infermieristica. Li imparai molte cose interessanti, fare i prelievi, varie medicazioni, le cure fondamentali, ma soprattutto la relazione con il paziente. Purtroppo dopo vari esami passati e non, dopo vari tirocini, mi resi conto che forse quella non era la mia strada e dopo un anno e mezzo lasciai l’università.
Mi trovai nuovamente ad affrontare una scelta, non sapevo cosa volessi “fare da grande” e proprio per questo non avrei saputo scegliere un altro percorso universitario, quindi iniziai a fare qualche lavoretto, lavorai in un bar, in un asilo, in una macelleria ma nulla di ciò mi dava davvero qualcosa, nulla di ciò lo sentivo davvero giusto per me.


Un giorno attraverso amici di amici venni a conoscenza del Servizio Civile Universale, mi sembrava la realtà giusta per me, la realtà che avrebbe potuto aiutarmi a capire che cosa volessi fare e chi volessi diventare, così mandai la mia domanda per l’ente che più mi ispirava, feci il colloquio, mi sembrava che finalmente tutto stesse andando nella direzione giusta, spoiler: non venni scelta.
Nella tristezza e rassegnazione di quei giorni per fortuna venni chiamata dal filo da tessere e mi dissero che c’erano altri progetti liberi e se avessi voluto avrei potuto partecipare al servizio ma in un progetto diverso da quello che scelsi, io accettai e tra le vari opzioni c’era proprio Casa per l’autismo. Non avevo mai avuto a che fare con la disabilità e la cosa un po’ mi spaventava, ma mi incuriosiva anche, così decisi di accettare di fare un colloquio, per fortuna andò bene, anche perché ero l’unica candidata e da lì inizio il mio anno di Servizio Civile Universale.
Il Servizio Civile Universale per me è stata davvero la svolta che ci voleva nella mia vita, ho avuto la fortuna di interfacciarmi con diverse figure professionali, educatrici, psicoterapeute, psicomotricisti ecc. Tutte estremamente gentili e disponibili, mi hanno dato la possibilità di imparare tantissime cose nuove, sia sul mondo del lavoro, sia sul mondo delle disabilità e sia su me stessa. Ho imparato che tendenzialmente abbiamo una visione molto limitata quando si parla di disabilità, le persone che ho conosciuto in questo percorso mi hanno insegnato quanto la diversità possa essere bella e interessante, mi hanno insegnato ad essere meno imbarazzata quando mi relaziono con qualcuno, mi hanno insegnato ad avere la forza di andare avanti nonostante tutte le cose negative che possiamo incontrare nel nostro cammino.


Il Servizio Civile Universale mi ha davvero dato la possibilità di crescere, di capire chi io volessi diventare, di cosa “volessi fare da grande” e che percorso poter intraprendere una volta terminato il mio anno, non so se riuscirò a diventare un’educatrice, chi può dirlo, ma una cosa è certa questo percorso mi ha cambiata come persona e ciò che mi ha donato lo porterò sempre con me in ogni situazione che sia lavorativa o di vita, il ricordo accogliente e un po’ malinconico che mi ha lasciato il Servizio Civile Universale lo custodirò gelosamente e lo porterò con me per sempre. “